In conversation with MICHELA D'ANGELO
Incontriamo Michela D’Angelo, market editor per Muse Magazine, stylist con un passato da modella per Marc Jacobs e Valentino, oggi fashion consultant con una vocazione per l’arte contemporanea.
Non sono sicura che oggi abbia ancora molto senso parlare di trend in relazione alle sfilate di moda. Tra pre collezioni e main sempre più frequenti, ciclicamente qualsiasi tipo di trend viene rivisitato, almeno in questi ultimi dieci anni dove l’offerta è sempre più vasta. Mi concentrerei sul dire ciò ho visto e che mi ha particolarmente colpita in questa stagione di sfilate a tratti sottotono, a parte eccezioni brillantissime come le collezioni di Pieter Mülier per Alaia, di Vaccarello per Saint Laurent e di Blazy per Bottega Veneta. Abiti meravigliosi costruiti con gusto e senso, rispettosi dei rispettivi heritage ma non incagliati nel passato talvolta ingombrante dei predecessori. Nella Ss di Anthony Vaccarello per Saint Laurent c’era tutto Yves (da sempre il mio più grande amore) e la collezione è stata spaccata in due in una prima parte di tailoring maschile (se vogliamo daily) e in una seconda lussuosissima, colorata e decorativissima sera. Ecco sul mio primo gradino ci sarebbe proprio uno dei completi con camicia e cravatta di questa collezione impeccabile, il look gonna pantalone di Bottega, uno dei look con sweatpants di Alaia, rielaborazione delle maglie anni ’70 di Halston
Direi che tre punti fondamentali sempre presenti sono sicuramente: attenzione, pragmatismo, cultura.
Il mio lavoro nel mondo della moda si è evoluto da modella a fashion editor passando per la comunicazione digitale; mi ritengo una persona curiosa, trovo ispirazione ovunque e in qualsiasi momento, sono ossessionata dalle immagini, dal linguaggio visivo degli artisti e trovo nell’arte un punto di partenza per molta della mia ricerca, la musica inoltre ha da sempre giocato un ruolo fondamentale. Adoro ad esempio lavorare con Francesco Bianconi dei Baustelle persona che stimo molto e con cui condivido molte reference, adoriamo gli stessi musicisti, Bryan Ferry, Lou Reed Velvet underground, Gainsbourg e così via.
Domanda che capita in un momento di mia ossessione verso gli occhiali, in particolare quelli da vista che mi piacerebbe cominciare ad usare di più. Vorrei sperimentare la forma pilot con montatura metallica, amo le montature e le lenti scure e il nero è sempre la mia prima opzione. Mai uscire di casa senza un paio di occhiali neri.