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In conversation with GIULIA MANTOVANI

Boundless visions

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Giulia Mantovani

Tra i protagonisti del progetto Framing Light che ha coinvolto cinque fotografi contemporanei italiani per interpretare i valori di WEB EYEWEAR, Giulia Mantovani, dal solido background nell’editoria fashion, ci racconta sé stessa e la sua vision.

di Redazione

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È possibile comunicare in modo efficace un prodotto senza mai mostrarlo ma interpretando i valori del brand, come ti è stato chiesto per il progetto WEB EYEWEAR-Framing Light?

«Sì, ma per farlo occorre abbracciare una vision molto ampia, che va oltre il prodotto. E che, senza tradire la propria personale ricerca estetica, riesce a orientarsi su un linguaggio artistico per, in questo caso, interpretare i valori su cui si fonda un’azienda. Per me, che lavoro soprattutto con i brand per progetti commerciali, è stata un’opportunità molto sfidante».

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A cosa ti sei ispirata per declinare concetti come trasparenza, gusto e quiet luxury?

«Ho un po’riflettuto su questi valori a livello personale, cercando di interpretarli con semplicità, calati nel quotidiano, in un’atmosfera di serenità. Il concetto di gusto, per esempio, nelle mie immagini è diventato “gusto della vita”, raffigurato dalle immagini luminose di una tavola estiva, all’aperto, fotografata però a fine pranzo, nell’attimo immediatamente successivo a un momento di convivialità, dunque scene di serenità ma con una piccola nota nostalgica. Il quiet luxury invece l’ho tradotto nella luce e nell’atmosfera calda e sfumata di una spiaggia di Cefalù, richiamo al vero lusso dei ritmi lenti del riposo e stacco».

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Quale, tra tanti, è stato lo scatto più sfidante?

«Quello della trasparenza, un concetto astratto richiama anche valori importanti come onestà e sincerità, per me è stato il tema più complicato. Dopo molte riflessioni, per queste immagini ho scelto di lavorare con una modella su una spiaggia della Liguria, cercando di cogliere il delicato gioco visivo fatto di riflessi e acqua».

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