La mostra Framing Light

Cinque sguardi diversi

Ci sono le impressioni tra natura, luce e silhouette di Gaia Bonanomi, la poetica giocata tra sfumature e colori di Camilla Ferrari, la potenza enigmatica delle immagini di Stefano Guindani, l’estetica pulita e cinematografica di Giulia Mantovani e l’ironico urban-style di Nicolò Parsenziani. Cinque fotografi, cinque sguardi diversi per età, esperienze e formazione, riuniti insieme in occasione della mostra “one shot event” Framing Light: Exploring the Essence of Vision through Italian Photography, aperta al pubblico solo l’8 febbraio, dalle 13 fino alle 22, all’interno del Salone dei Tessuti, prestigiosa location degli anni Venti in via San Gregorio a Milano.

Foto Fotografi Mostra Framing Light

Una mostra innovativa

Un appuntamento fortemente voluto da Marcolin per raccontare i tre valori della collezione WEB EYEWEAR, house brand del Gruppo: gusto, trasparenza e quiet luxury, attraverso le immagini di cinque professionisti della fotografia.  E un’esposizione che mette in scena i frutti di una piccola sfida, quella di riuscire a raccontare l’essenza di un brand senza mai mostrarne i prodotti, riuscendo ad andare oltre il concetto tradizionale di eyewear marketing. I cinque fotografi coinvolti, superando il confine della fotografia pubblicitaria, hanno evocato emozioni e raccontato storie poetiche e “aperte”, che i visitatori potranno fare proprie e interpretare.

Foto Fotografi Mostra Framing Light

L’appuntamento con il talk

Una mostra che segue una vision contemporanea e flessibile che, la sera del 7 febbraio, sarà raccontata attraverso un talk in occasione di un evento privato organizzato da Marcolin. Un appuntamento che vedrà dialogare i cinque autori degli scatti in mostra, la Creative Director di Marcolin Lara Marogna e lo scrittore pubblicitario Paolo Iabichino, con la moderazione del fashion designer e consultant Andrea Batilla. L’occasione giusta per cogliere sguardi, tendenze e suggestioni legati al mondo dell’eyewear, proprio a partire da tre parole. I valori più importanti di questo brand.

 

Foto Fotografi Mostra Framing Light

Stephan Hinkerode

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Hai sempre lavorato allo sviluppo di brand di lusso finché, nel 2016, sei approdato in Marcolin, prima come responsabile dell’area tedesca, poi anche di UK e Paesi Nordici. Paesi differenti che hanno richiesto strategie diverse?

«Ho cominciato a lavorare in Marcolin come manager generale responsabile dell’area DACH, cioè Austria, Svizzera e Germania e, dopo alcuni anni, ho assunto la leadership anche per i Paesi nordici e il Regno Unito. Approcciare mercati così diversi è una bella sfida, perché devi guardare oltre a ciò che è il brand core e conoscere i diversi approcci, i bisogni e le preferenze di ogni singolo mercato. Ricordando però che, nel tempo, tutti i mercati cambiano parecchio, specialmente per quanto riguarda i bisogni e il comportamento dei clienti».

 

Stephen Hinkerode
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Quanto sono cambiati negli anni questi mercati, così strategici per il settore dell’Eyewear?

«Moltissimo, basta solo pensare alla digitalizzazione e ai molti campi d’azione diversi che ha consentito. Oggi, per esempio, i clienti hanno diverse opzioni online, quindi possono prendere le decisioni in modo un po’ più veloce e sicuro. Allo stesso tempo, però, amano ancora andare nei negozi e avere un’esperienza personalizzata in-store: questo continua ad avere grande importanza».

Stephen Hinkerode
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Quali saranno le principali sfide da affrontare nel 2025?

«Secondo me, la prima sarà riuscire a mantenere l’equilibrio fra innovazione e attenzione al cliente, in modo da raggiungere gli ottici, i diversi store e, di conseguenza, i nostri clienti finali. Un’altra sfida riguarda l’ottimizzazione digitale, tema da sempre caro a Marcolin tanto che l’ultima funzione attivata sul sito permette ai clienti di contattarci in qualsiasi orario. Per noi è meraviglioso poterci rapportare con loro anche quando non siamo in ufficio, e questo sarà il centro della nostra missione anche nel 2025: diventare i partner di fiducia di tutti gli ottici per la fornitura di occhiali».

Stephen Hinkerode