Le nuove collezioni Marcolin a Silmo Paris 2025

Numeri da record

Molto più di una fiera, dal 1995 Silmo Parigi è il palcoscenico internazionale e il cuore pulsante del settore dell’Eyewear. E, con 900 espositori provenienti da tutto il mondo (42 i Paesi presenti in questa edizione), anche quest’anno – dal 26 al 29 settembre – richiamerà migliaia di visitatori e buyers (32.000 le presenze nel 2024) per un’edizione intitolata “The place to see”. L’occasione giusta per toccare con mano le novità di 1.500 differenti brand, conoscere i talenti emergenti e seguire i talk sulle tendenze di domani di un settore in continua crescita e costante innovazione.

I brand di Marcolin

Di casa a Parigi fin dal 1976, e da due anni presente con il nuovo showroom nell’elegante rue De Richelieu, Marcolin parteciperà anche a questa edizione di Silmo Paris per far conoscere al pubblico le nuove collezioni dei suoi marchi. Tra le novità più attese, l’esclusivo modello dalla sfilata Autunno-Inverno 2025/26 di TOM FORD, firmato dal direttore creativo Haider Ackermann e caratterizzato da una linea dinamica, contrassegnata dall’inconfondibile T in oro rosa sulle aste. Curiosità anche per la rivisitazione dell’iconico modello Orizzonte I di ZEGNA Eyewear, che alla montatura in metallo aggiunge una raffinata barra superiore che richiama i profili delle montagne; oltre che per le prime collezioni by Marcolin di Abercrombie & Fitch e Hollister.

Le nuove collezioni

Allo stand di Marcolin si potranno vedere anche le ultime collezioni Eyewear di Christian Louboutin, con l’inconfondibile dettaglio rosso ai lati della barra sopraccigliare, e di K-WAY che a Silmo sarà presente con i suoi nuovi futuristici occhiali da sole a mascherina. Guardano invece alla vivacità degli anni Duemila le montature dell’ultima linea di GUESS, mentre Max Mara punta sul rigore di occhiali da sole con lenti rettangolari a mascherina e frontale in metallo. Tra le novità, infine, immancabili quelle di Adidas e del suo nuovo Anemos Light, con montatura avvolgente e grandi lenti che offrono una protezione ottimale, e di ic! berlin. Che, a Parigi, presenterà Horizontal Color Split, una collezione dal design alleggerito e dalle raffinate sfumature cromatiche. Tante novità, dunque, per un appuntamento che, anche quest’anno, sarà imperdibile.

Jiang Honglin

Un’antica tradizione

Nata nel Guizhou, Jiang Honglin è la più celebre artista al mondo dall’antica tecnica del ritaglio della carta, patrimonio culturale immateriale in Cina, un pilastro dell’identità artistica Miao. Anche se la tecnica è diffusa in tutta la Cina, le varianti Miao si distinguono per la loro ricchezza simbolica e la connessione profonda con le tradizioni etniche.

Il lavoro di Jang Honglin prende ispirazione da una vasta collezione di motivi tradizionali e li fonde con un’estetica moderna, all’interno di una ricerca incessante della perfezione manuale. Ecco allora che, superando i confini del tempo e le distanze geografiche, la creatività di Jiang Honglin incontra l’artigianalità di Marcolin, figlie della stessa cura del dettaglio e la precisione artigianale.

 

I gesti

Osservare le piccole forbici di Jiang Honglin muoversi con grazia e velocità sulla carta è come assistere a una performance di danza: l’artista lavorando rapida e precisa, a mano libera, seguendo schemi che appartengono alla tradizione Miao da millenni, da vita al ritaglio della carta, che si trasforma nella sagoma riccamente decorata di una coppia draghi gemelli, in uccelli divini dal ricco piumaggio o in delicate “madri farfalle”.

Nella sua capacità unica, come dicono i critici, di “dare anima alla carta” si ritrovano gli stessi principi di attenzione al dettaglio, simmetria, equilibrio tra forma e funzione, che permeano anche le creazioni Marcolin: entrambi celebrano la manualità come forma di espressione e narrazione visiva

Il valore degli oggetti

È grazie a figure come Jiang Honglin che il patrimonio culturale immateriale di un Paese può mantenersi vivo e rinnovarsi in un linguaggio contemporaneo. Perché il valore degli oggetti risiede nella loro capacità di racchiudere in sé concetti culturali astratti, tratti personali, identità sociali. Come un ricamo intagliato nella carta trasforma un foglio in una narrazione culturale, allo stesso modo l’eccellenza artigianale di Marcolin trascende la pura funzionalità di un paio di occhiali, trasformandoli in un simbolo distintivo e identitario.

Occhiali: una storia millenaria

Le collezioni

Le prime lenti correttive, inventate nel 1200, l’industria veneziana degli occhiali del XIV secolo e poi montature di osso, corno, legno e metallo, occhiali ad arco, da parrucca o da cappello e le prime stanghette laterali rigide, inventate agli inizi del 1700. Sono solo alcuni esempi dei pezzi rari che si possono vedere al Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore. Migliaia di oggetti d’epoca tra montature, lenti da vista e da sole, custodie e autentiche rarità come gli occhiali ricavati da un fanone di balena, oppure in avorio intagliato e istoriato, mini-occhiali inseriti alle estremità di ventagli o nell’impugnatura di bastoni da passeggio. E, tutti insieme, compongono un viaggio nella storia degli occhiali, dalle origini fino ai giorni nostri.

La storia del museo

La prima idea di istituire il Museo risale al 1956, in seguito al successo della mostra “L’occhiale attraverso i secoli” organizzata a Pieve di Cadore in occasione dei Giochi Olimpici Invernali a Cortina d’Ampezzo. Ma l’attuale Museo, oggi gestito dall’omonima Fondazione, prende vita solo nel 1990, dopo l’acquisizione di alcune importanti collezioni private. Strutturato su due piani, oggi il Museo offre un percorso cronologico che, al piano superiore, si conclude con le immagini i documenti storici e alcune ricostruzioni ambientali che raccontano le origini del Distretto industriale dell’occhiale di questo territorio.

I pezzi più rari

Nelle teche del museo spiccano le montature in argento, avorio e tartaruga create nel Rinascimento, insieme alle lenti bifocali del 1600 e ai primi occhiali da sole, nati a Venezia nel 1700: gli occhiali veneziani con lenti verdi erano un autentico simbolo di eleganza e protezione per l’aristocrazia. Saliti al primo piano scopriamo che la fabbrica italiana di occhiali nasce a Calalzo di Cadore per produrre montature leggere e i primi pince-nez, mentre a Torino -negli anni Venti- si sperimentano le prime lenti affumicate per il sole. Arriviamo così agli anni Trenta: gli occhiali iniziano a conquistare il cinema e, da quel momento, è un vero e proprio boom. Che, da allora, non ha mai incontrato battute d’arresto, fino a diventare quel simbolo di lifestyle e identità personale che oggi sono diventati gli occhiali.

Lorenzo Barberio e Leo Kistermann

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Come definireste in sintesi il marchio ic! berlin?

Lorenzo: «Un brand di lusso con un’estetica minimalista e una lavorazione artigianale assolutamente non convenzionale: ic! berlin significa montature ultraleggere e flessibili che sfidano le regole. Acquisirlo, per Marcolin, ha significato avviare nuove relazioni commerciali con tutti quegli ottici che offrono marchi di design di alta gamma piuttosto che brand di moda».

Leo: «Un marchio leader nelle tecnologie per montature in acciaio inossidabile, acetato e titanio e per l’innovazione tecnica, come dimostra il recente sviluppo di Flexarbon, un ibrido di fibra di carbonio e polimeri avanzati che ridefinisce la flessibilità e la durata delle montature. E un brand che mette grande grande attenzione al design, specie a quello ispirato al mondo automobilistico, grazie alle partnership con Mercedes-Benz».

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Qual è oggi la strategia di Marcolin per la promozione del brand?

Lorenzo: «Dopo l’acquisizione abbiamo dedicato gran parte del 2024 a promuovere il nostro portfolio in tutti i mercati, creando però percorsi distinti per valorizzare i marchi di fascia alta come TOM FORD, Zegna, Christian Louboutin e ic! berlin e quelli lifestyle, che includono MCM, Max Mara, MAX&Co., Guess, Sketchers, Timberland, BMW e Harley Davidson. Senza dimenticare il segmento sport che, con adidas, offre grandi opportunità soprattutto nella regione Asia-Pacifico».

Leo: «Questo è il momento di tornare alle radici di ic! berlin per costruire il suo futuro come marchio globale. E un esempio viene dalla collezione ic! berlin di quest’anno: 15 montature nelle quali si fondono perfettamente eleganza tecnica e innovazione, come lenti sfumate “Pineapple Gradient”, la reintroduzione dell’iconica montatura Robin, dal design pulitissimo e leggero, e un uso audace del colore, come le lenti “Havana Haze”».

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Ci sono altri progetti per la regione Asia-Pacifico?

Lorenzo: «ic! berlin è una risorsa chiave per la crescita di Marcolin nella regione Asia-Pacifico, in particolare in mercati come Cina, Corea del Sud e Giappone: nel primo semestre 2025 nell’area APAC abbiamo registrato una crescita a due cifre rispetto allo scorso anno. In alcuni di questi mercati, come la Thailandia e Taiwan, ic! berlin è già leader di mercato rispetto a tutti gli altri marchi di lusso e ora stiamo puntando alla Cina continentale, dove da quest’anno abbiamo accesso diretto al mercato grazie alla nostra filiale: prevediamo che per ic! berlin il mercato cinese diventerà nel tempo il più grande al mondo».

Leo: «Continueremo a lavorare nel rispetto delle diverse culture e con l’obiettivo di offrire ai mercati locali qualcosa di unico e coerente con i nostri valori e l’attenzione alla qualità. Per riuscirci, siamo orgogliosi di collaborare con i nostri partner commerciali locali e con una selezione di clienti chiave per creare delle capsule collection ad hoc, che rispondano a esigenze, gusti e tendenze specifiche. Perché i Paesi asiatici rappresentano per noi una grande opportunità di crescita».